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7 contributions to Galassia61-Free
Margaret Mead
Uno studente chiese all'antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra. Ma non fu così. Mead disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Sei carne per bestie predatrici che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l'osso guarisca. Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi. Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto in cui la civiltà inizia. Noi siamo al nostro meglio quando serviamo gli altri. Essere civili è questo.
Margaret Mead
1 like • Aug 29
Ottimo spunto di riflessione…
Cosa significa davvero dare valore?
Perché è una cosa che non possiamo permetterci di sottovalutare? Per rispondere a queste domande, vi racconto una storia... (realmente accaduta)
Cosa significa davvero dare valore?
1 like • Aug 21
Grazie Marco, questo video mi ha ricordato quanto sia importante che i nostri Clienti, attuali e potenziali, si convincano (e rimangano convinti) del fatto che siamo noi quelli giusti per loro, che solo noi possiamo offrirgli la soluzione adatta al loro specifico problema...🤩
Gig Economy
Per gig economy si intende l’economia dei lavoretti, ossia un sistema economico che si basa su un lavoro a chiamata, non fondato su un posto fisso e un contratto delineato. Si tratta di un lavoro a progetto, on-demand, che garantisce ai lavoratori una maggiore flessibilità di orari e la conciliazione con svariate attività ed impegni, già lasciato intendere dal termine inglese gig che definisce proprio quegli ingaggi occasionali. L’organizzazione della gig economy su piattaforme online distingue questo tipo di economia da ogni altra tipologia di lavoro a chiamata tradizionale. La gig economy nasce in seguito alla crisi del 2007 quando molte persone si ritrovano disoccupate o alla ricerca di una seconda fonte di guadagno. Proprio a causa di questa crisi finanziaria le aziende e i singoli individui sono diventati più propensi a lavorare come e con liberi professionisti e, secondo un rapporto dell’Harvard Business Review, circa 150 milioni di lavoratori tra Nord America ed Europa occidentale hanno lasciato il proprio posto fisso per lavorare come liberi professionisti o consulenti. § Gigger I lavoratori della gig economy, noti anche come gigger, sono coloro che lavorano in maniera flessibile con una o più compagnie. In Italia, secondo uno studio condotto dall’Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche, sono principalmente uomini, di età compresa tra i 30 e i 49 anni, con una minore partecipazione di individui di età compresa tra i 18 e i 29 anni, soprattutto nella categoria dei lavori occasionali. I gigger lavorano nelle piattaforme digitali e svolgono un insieme eterogeneo di attività che vanno dalla consegna di pacchi, pasti a domicilio, allo svolgimento di compiti online. L’attività dei lavoratori della gig economy si distingue in due tipologie: le web-based platforms e le location-based platforms: nel primo caso i lavoratori svolgono i loro compiti sul web senza vincoli di localizzazione, per tanto un genere di smart-working; al contrario, nel caso delle location-based platforms, le attività vengono svolte in una località specifica.
Gig Economy
2 likes • Aug 21
Grazie Alessandro, questo contenuto è davvero interessante e apre la strada a moltissimi spunti di riflessione, come ad esempio il fatto che l'impossibilità di "fare carriera" venga in qualche modo compensata dalla capacità/possibilità di lavorare di più esclusiavemente per poter guadagnare di più...una sorta di regresso al "lavoro a cottimo", il che contrasta fortemente con l'attuale tendenza alla ricerca del work-life balance, fondamentale per il benessere psicofisico...
L'effetto Zeigarnik
La "Teoria dei cerchi aperti" è una nozione psicologica anche conosciuta come effetto Zeigarnik, che descrive il modo in cui la mente umana tende a mantenere attivi i ricordi e l’attenzione su compiti o attività iniziate ma non completate, creando una sorta di tensione interna fino alla loro chiusura. Questo effetto spiega perché spesso non riusciamo a rilassarci completamente o a distogliere il pensiero da qualcosa che abbiamo lasciato in sospeso, sentendo una sorta di incompiutezza mentale. La psicologa lituana Bluma Zeigarnik fu la prima a studiare questo fenomeno, osservando che i camerieri di un ristorante ricordavano meglio le ordinazioni non ancora evase rispetto a quelle concluse. In esperimenti successivi, le persone dimostravano una maggiore memoria e attenzione verso esercizi o compiti non terminati, a dimostrazione della spinta naturale della mente a voler "chiudere i cerchi aperti" per raggiungere una condizione di equilibrio cognitivo ed emotivo. Dal punto di vista pratico, la teoria dei cerchi aperti ha implicazioni importanti nella gestione dello stress e nella motivazione personale. La sensazione di incompiutezza generata dai compiti lasciati a metà produce una forma di ansia che spinge le persone a completare quanto iniziato per liberare la mente e ridurre la tensione. Per questo motivo, è consigliato evitare di accumulare attività incompiute, perché mantengono la mente in uno stato di attivazione permanente, ostacolando la concentrazione e il rilassamento. Questa dinamica può essere anche usata a proprio vantaggio: consapevoli che la mente spinge a completare ciò che è rimasto sospeso, si può usare questa spinta per contrastare la procrastinazione, iniziando subito a chiudere i compiti aperti invece di rimandare. In questo senso, la teoria dei cerchi aperti diventa uno strumento motivazionale per migliorare la produttività personale e la qualità del proprio equilibrio psicofisico. Per riassumere, i punti chiave della teoria dei cerchi aperti sono:
2 likes • Aug 7
La sintesi è la chiave di volta: chiudere i cerchi ci libera spazio nella RAM della mente; questo ci consente di dar luogo ad altre attività pianificate gestendo in modo intelligente il nostro livello di entropia… 😜
𝐀𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐀𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨: 𝐋𝐚 𝐁𝐚𝐬𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐑𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥’𝐀𝐥𝐭𝐫𝐨
L’Ascolto è la capacità di accogliere le informazioni da chi parla, altre persone o se stessi, senza esprimere giudizi, essendo empatici. Infatti, la capacità di ascoltare è considerata una vera e propria arte, che richiede di saper raccogliere, di accogliere in modo ampio, tutte le informazioni ed i significati presenti all’interno di un processo comunicativo, senza filtri e pregiudizi di sorta. E’ importante evidenziare il fatto che ogni persona attribuisce alle parole un significato e un valore proprio, in relazione al proprio vissuto, alle proprie conoscenze, convinzioni, esperienze ed istruzione. Da ciò, si evince l’importanza di attivare, durante l’ascolto, un processo di rispecchiamento della persona con la quale ci si sta relazionando, altrimenti definito “mirroring”, e contemporaneamente porre delle domande, sia di tipo aperto che di tipo chiuso, al fine di conoscere, riconoscere ed accettare il punto di vista dell’altro. L’ascolto, inoltre, è una metodica valida per aumentare l’autostima della persona ascoltata, in quanto equivale a dirgli: “tu sei importante per me, io ti ascolto e non ti giudico”. I livelli di ascolto La capacità di ascoltare è suddivisa in tre livelli differenti, che sono caratterizzati dalla partecipazione più o meno attiva che l’ascoltatore pone durante il processo comunicativo, e sono: l’ascolto passivo; l’ascolto parziale; l’ascolto attivo. ✓ L’ascolto passivo Questo livello di ascolto è caratterizzato dalla mancanza di interesse, da parte di chi ascolta, di partecipare al processo comunicativo che si è instaurato con l’altra persona. E’ ovvio che il risultato di questa interazione sarà vissuto negativamente dall’interlocutore, il quale si sentirà non rispettato e non compreso da chi dovrebbe ascoltarlo e comprenderlo, ricavando da ciò, un senso di insoddisfazione, quando non di vera e propria frustrazione. ✓ L’ascolto parziale Questo livello di ascolto è caratterizzato dal fatto che, chi ascolta, rimane ancorato all’aspetto logico-razionale, al contenuto della comunicazione, vale a dire al “cosa” viene espresso all’interno del processo comunicativo, altrimenti definito piano digitale.
𝐀𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐀𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨: 𝐋𝐚 𝐁𝐚𝐬𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐑𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥’𝐀𝐥𝐭𝐫𝐨
1 like • Aug 7
Quanta veritá …. La capacitá dì entrare in connessione con il nostro interlocutore é la chiave per stabilire una comunicazione efficace!! 🤩
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Gloria Lagattolla
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@gloria-lagattolla-5267
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Roma (RM)