Gig Economy
Per gig economy si intende l’economia dei lavoretti, ossia un sistema economico che si basa su un lavoro a chiamata, non fondato su un posto fisso e un contratto delineato.
Si tratta di un lavoro a progetto, on-demand, che garantisce ai lavoratori una maggiore flessibilità di orari e la conciliazione con svariate attività ed impegni, già lasciato intendere dal termine inglese gig che definisce proprio quegli ingaggi occasionali.
L’organizzazione della gig economy su piattaforme online distingue questo tipo di economia da ogni altra tipologia di lavoro a chiamata tradizionale.
La gig economy nasce in seguito alla crisi del 2007 quando molte persone si ritrovano disoccupate o alla ricerca di una seconda fonte di guadagno.
Proprio a causa di questa crisi finanziaria le aziende e i singoli individui sono diventati più propensi a lavorare come e con liberi professionisti e, secondo un rapporto dell’Harvard Business Review, circa 150 milioni di lavoratori tra Nord America ed Europa occidentale hanno lasciato il proprio posto fisso per lavorare come liberi professionisti o consulenti.
§ Gigger
I lavoratori della gig economy, noti anche come gigger, sono coloro che lavorano in maniera flessibile con una o più compagnie.
In Italia, secondo uno studio condotto dall’Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche, sono principalmente uomini, di età compresa tra i 30 e i 49 anni, con una minore partecipazione di individui di età compresa tra i 18 e i 29 anni, soprattutto nella categoria dei lavori occasionali.
I gigger lavorano nelle piattaforme digitali e svolgono un insieme eterogeneo di attività che vanno dalla consegna di pacchi, pasti a domicilio, allo svolgimento di compiti online.
L’attività dei lavoratori della gig economy si distingue in due tipologie: le web-based platforms e le location-based platforms: nel primo caso i lavoratori svolgono i loro compiti sul web senza vincoli di localizzazione, per tanto un genere di smart-working; al contrario, nel caso delle location-based platforms, le attività vengono svolte in una località specifica.
Ricerche dimostrano che la maggior parte delle attività, poco meno dei due terzi, viene svolta e può essere ricondotta alle piattaforme location-based, con un 35% restante di attività svolte da remoto per le piattaforme web-based.
§ Gig Ecomony: Vantaggi
Quali sono i benefici per le aziende che decidono di lavorare con i giggers.
Adottando una forza lavoro in remoto, le aziende non devono spendere soldi nell’affitto di uffici e nel fornire incentivi.
Inoltre, i lavoratori delle gig economy sono già esperti nel loro settore e per tanto l’azienda non deve provvedere alla loro formazione.
Per le aziende, inoltre i lavoratori agiscono come partner e non ha alcun obbligo di adempiere ad assistenza sanitaria, previdenza sociale o tasse.
Un altro grande beneficio della gig economy è che si basa sullo stesso concetto dei business liquidi, ossia costi fissi bassi e prevalenza di costi variabili dovuti alla presenza di liberi professionisti che vengono pagati a lavoro.
Per i lavoratori, invece, i benefici riguardano la flessibilità degli orari di lavoro, del luogo, e talvolta il datore di lavoro.
Per quanto riguarda quest’ultima osservazione, soprattutto nel caso delle web-based platforms, il datore di lavoro è un’applicazione, non si ha la presenza di una figura fisica in carne ed ossa a cui dover fare conto.
I lavoratori ottengono quindi più libertà, possono lavorare con chiunque scegliendo chi paga di più e ciò porta ad un aumento di soddisfazione e motivazione.
§ Gig Ecomony: Svantaggi
E se questa nuova economia non è nulla senza i suoi vantaggi, ovviamente cos’è la gig economy se non ci sono degli svantaggi?
A differenza di chi è assunto con un contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato, i giggers non godono di tutele sindacali, ferie retribuite o assegni per malattia a casa di una mancanza di regolamentazione. Inoltre sono responsabili di adempiere personalmente agli obblighi fiscali.
Questa essenza di tutele può portare a una progressiva deumanizzazione del lavoro e dei suoi lavoratori.
A questo proposito l’Unione Europea si sta mobilitando per introdurre una serie di riforme volte al miglioramento delle condizioni dei lavoratori delle piattaforme digitali.
Per quanto riguarda le entrate, lavorando a progetti, gli incarichi e i guadagni mensili non sono garantiti. Inoltre, in quanto liberi professionisti, e necessario un investimento nelle attrezzature necessarie per poter svolgere al meglio il proprio lavoro.
Un ultimo svantaggio si riscontra nelle opportunità di progressione di carriera: ottenere una promozione risulta più complesso in mancanza di una struttura aziendale.
Effettivamente ogni rosa ha le sue spine, e sicuramente alla gig economy non mancano.
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Alessandro Vecchio
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