- Autorevolezza: non perché alzi la voce, ma perché sai dare una direzione.
- Chiarezza brutale: tagli il superfluo e lasci solo ciò che fa capire e decidere.
- Struttura: sai costruire un discorso che regge dall’inizio alla fine, senza perdersi.
- Riconoscibilità: la gente capisce in 10 secondi “chi sei” e “cosa rappresenti”.
- Carisma: non è talento. È controllo di ritmo, pause, sguardo, energia.
- Presenza: entri nella stanza e non chiedi permesso con il corpo.
- Storytelling utile: racconti storie che fanno capire, non storie per piacere.
- Capacità di sintesi: sai dire una cosa grande in una frase piccola.
- Linguaggio del pubblico: parli come loro… ma li porti più in alto di loro.
- Gestione delle obiezioni: non ti difendi, guidi. Trasformi dubbi in passi avanti.
- Credibilità visiva (slide e materiali): supportano te, non ti sabotano.
- Una firma personale: una frase, un modo, un’idea che resta addosso.
“Uno speaker perfetto non è quello che emoziona. È quello che quando finisce, la gente si muove.”
“Il talento non c’entra. C’entra il metodo. E il metodo si impara.”